Archivi categoria: Collegio dei Geometri e dei Geometri laureati della Povincia di Bologna

e bravo Luca Dal Buono

con luca dal buono facevamo commissione giovani. ora lui si occupa di cose molto più grandi, per esempio fa parte di un progetto promosso dal collegio di ascoli piceno per ottenere dati georeferenziati filtrati …con maggiore cognizione …con tanto di studio sull’impatto socio economico del progetto. per questa illustrazione ha ricevuto l’encomio della platea al meeting annuale FIG che si è svolto a iasi, in romania. non so se era presente al meeting. questo il lancio sulle notizie del CNG. http://www.cng.it/it/consiglio-nazionale/consiglio-nazionale-geometri/postdetail/news/a-firma-di-5-geometri-italiani-larticolo-top-di-fig

 

 

chissà …messo da parte questo impegno speriamo venga il tempo per pubblicare qualcosa in merito ai contenuti delle commissioni che dirige nelle pagine on -line del sito del collegio dei geoemtri di bologna. da anni sono pressochè vuote. non sappiamo mai cosa viene detto, deciso e, soprattutto, riportato agli enti.

quando chiesi di avere notizie in merito ai contenuti delle osservazioni fatte sul regolamento edilizio mi venne detto che aspettava l’arrivo della nuova architettura del sito del collegio per pubblicarle, infatti la nuova architettura del sito avrebbe migliorato la possibilità di pubblicazione. sono mesi, o forse più di un anno, che è stata “accesa” la nuova revisione del sito.

protocollo d’intesa tra professionisti edili e notai – relazione tecnica integrata

perchè tutto questo?

relazione tecnica integrata di supporto alle compravendite

Il presidente di un ordine o collegio ha il diritto di poter siglare un protocollo d’intesa? Lo fa a suo nome? Lo fa secondo direttive del consiglio del collegio? Oppure lo fa a nome mio? …..io, nel dubbio non sono stato interpellato e non avrei dato il mio consenso. Se andiamo a leggere i regolamenti che istituiscono la professione del geometra saremmo propensi a credere che tutto questo non può essere fatto. Sono parecchi i casi negli ultimi anni che invece dimostrano il contrario. Pare che in assenza di regole chiare la figura del presidente possa interpretare e diventare portavoce dell’iscritto, ma con dovuta divulgazione e concertazione. Ripeto, a me nessuno mi ha chiesto niente. Per rafforzare il concetto di rappresentanza del professionista sono state istituite anche “scatole apposite”, da norme senza nessuna copertura economica, che, per dire quanto possano essere rappresentanti del pensiero dell’iscritto, molti non sanno nemmeno che esistano. Ne cito 2 per fare un esempio, il cup e il comitato consultivo delle professioni. Inoltre sarebbe bene che, nella sua funzione, il presidente di un collegio, se proprio deve agire, agisse per tutelare il proprio iscritto e, nel caso di contrasti tra ciò che si va a “sottoscrivere” e l’interesse dell’iscritto, non procedesse con la sottoscrizione, tanto più che non è ben chiaro nemmeno se sia “legittima”.

Certe cose devono essere affrontate dagli organi legislativi.

E’ da anni che parliamo di asseverazione dell’esistente. È stato fatto anche un convegno recentemente dal cup e.r., fortunato chi ha potuto partecipare, chi invece non è riuscito purtroppo non saprà mai cosa è stato detto, anche se in maniera più o meno diretta ha pagato le spese di quel convegno. E’ assurdo come un concetto generale di importanza “vitale” per il professionista, come “l’asseverazione dell’esistente”, rimanga condiviso tra pochi intimi invece di diventare un pensiero comune. Cosa serve fare convegni in questa maniera? Sono stati raccolti pensieri e opinioni tra i partecipanti? Sono state spedite osservazioni agli organi legiferanti, come la regione e.r., in merito ai “bachi” del sistema asseverazione dell’esistente? Dove sono? Cosa è stato scritto?

Anni fa anche la commissione urbanistica del collegio dei geometri di bologna si occupò di questo tema. Tirava le fila del gruppo un rispettabile collega, Orsoni, insieme ad altri. Vi era anche Talamo, il più presente ai tavoli in qualità di rappresentante dei geometri. Vennero fatte delle osservazioni che mettevano in risalto una serie di problematiche riscontrate nel sistema “asseverazione dell’esistente”, non per ultima l’assenza di “certificazione” dell’elenco delle pratiche edilizie presenti nel portale on-line del comune di bologna. …e non parliamo di altri comuni, la cui ricerca del titolo edilizio è alle volte affidata all’ordine mentale dell’archivista, oppure al disordine…. a seconda di come la si vede.

Oggi le osservazioni fatte dalla commissione urbanistica sarebbero molto utili visto che il tema è diventato di estrema attualità con la sigla di questo protocollo di intesa. Ho cecato di recuperarle chiedendo ai colleghi dalla commissione di fornirmele. C’è chi non ha risposto e chi non le trova più. Sarebbe stato bello utilizzare tali osservazioni da inserire come premesse nella relazione tecnica integrata, là dove invece non compaiono. Non sono state utilizzate le osservazioni della commissione, come penso non siano stati utilizzati i concetti spiegati al convegno organizzato dal cup.

Sempre più traballante la possibilità che, oggi, gli immobili e/o le unità immobiliari siano “sane”e noi professionisti non siamo esentati da questa responsabilità, visto che, per mancanza di tempo, per mancanza di adeguata parcella o più semplicemente errore umano, abbiamo dichiarato negli anni l’indichiarabile. …magari anche per fare piacere al cliente, essendo tecnici di parte.  I notai sono sempre stati potenti e, preoccupati di dover rispondere per aver stipulato atti annullabili su dichiarazione mendace del cedente ignorante, ci hanno chiamato a raccolta per cercare di trovare un rimedio. Rimedio che, inevitabilmente, sposta la responsabilità dal notaio al professionista. Prima avrebbero pagato i notai, da domani pagano i professionisti.

E’ quindi per mio interesse che il mio presidente ha siglato questo protocollo d’intesa?

 Comunicato Congiunto 14072017

protocollo intesa 12 luglio2017-pdfa

relazione tecnica integrata 12 luglio2017-pdfa

 

ottobre 2017 – recentemente mi è capitato di perdere l’occasione di eseguire una relazione tecnica integrata perchè ho comunicato, all’ipotetico futuro cliente, che per poter vedere i precedenti edilizi, presso gli archivi del comune di bologna, occorrevano 2 mesi. mi ha telefonato il mediatore infuriato che, con fare imprenditoriale, mi ha comunicato che il suo geometra in 20 giorni gli avrebbe dato la relazione. anche per evitare di pensare che ci siano persone capaci di intrattenere rapporti privilegiati con gli uffici comunali, sarebbe bene che l’accordo con i notai venisse integrato, obbligandoli a verificare che nella relazione non vi sia solo un richiamo ai protocolli, ma che vi sia anche l’immagine del bene alla quale si dà la conformità. così facendo eviteremmo anche di istigare soggetti a dichiarare numeri di protocollo a caso e di falsare le compravendite.

 

i tavoli delle trattative non parlano a mio nome

verbale assemblea ordinaria 26_04_2017

questo è il verbale dell’assemblea per l’approvazione bilancio 2016 del collegio dei geometri della provincia di bologna.

confermo il disappunto in merito alla costante mancata informazione degli accordi che vengono presi con gli enti pubblici dai dirigenti del mio collegio in su. Di seguito il mio intervento così sintetizzato:

“Il geom. Andrea Savini dichiara che in assenza della dovuta divulgazione dei contenuti dei tavoli delle trattative non considera gli stessi come propri rappresentanti.”

Tra i tanti, per primo, ci metterei il CUP che, nella versione Emiliana diretta da A.T. , si vanta di essere porta voce di 80.000 professionisti tecnici aderenti. Io non ho mai aderito. Suppongo abbia aderito il comitato regionale dei collegi dell’emilia romagna. Un comitato tra collegi del quale poco o nulla si sa e nulla si trova oggi on-line. Sul sito del cup si riportano foto, eventi, locandine, ma se non hai avuto la possibilità di partecipare all’evento non puoi sapere cosa è stato detto. Alla faccia della trasparenza. Nelle mansioni di rappresentanza con gli enti, in primis la regione emilia romagna, non compare nulla in merito alle trattative avute, gli accordi presi, i verbali assembleari redatti. 

…il tutto raccontando che sono i miei portavoce. A me non va bene.

manifestazione del 13 maggio 2017 a Roma

Ho fatto parte per molti anni della commissione parcelle del Collegio di Bologna. Ne faccio ancora parte, ma partecipo molto poco. Per molti anni mi è parso che si sia sostenuta l’importanza dell’obbligo del minimo tariffario delle parcelle, anche quando l’On. Bersani lo ha eliminato per legge. Non conosco casi di soggetti puniti per non averlo rispettato. Due motivi importanti e sensati, per i quali era giusto conservarlo, sono i seguenti. La concorrenza basata sulla mercificazione, ma soprattutto il concetto di qualità della prestazione. Cioè: per eseguire bene un lavoro va fatto in una certa maniera e il tempo che impieghi per svolgere quei passaggi non può costare meno di una certa cifra, altrimenti si può supporre che il lavoro sia fatto male. Su questo secondo concetto, secondo me, non si può discutere. C’erano alcuni casi particolari, generati soprattutto dall’avvento dei software, che permettevano di eseguire più velocemente lavori ripetitivi, ma il concetto di “giusto compenso” rimaneva solido e valido. Io non so bene il motivo per il quale si sia intervenuti sull’obbligo dei minimi e le motivazioni che mi hanno riferito ritengo siano sciocchezze.

In questi giorni mi arriva la seguente informativa e-mail dal nostro Presidente di Roma Maurizio Savoncelli.

Cattura manifestazione minimi tariffari

 

 

approfondimento_equocompenso_2017_05

Belle parole e frasi elaborate. Io però continuo a non capire ciò che di importante c’è dietro a questo argomento, che non viene trattato nemmeno in questo chiarimento.

Ho la certezza dell’esistenza di tavoli di “concertazione”, che erano senz’altro attivi anche all’epoca dell’approvazione della Legge “Bersani”. Non parlo della piccola commissione provinciale di Collegio, ma di aggregazioni dirigenziali che si siedono ai tavoli con l’alta politica, con i vertici di partito, con i dirigenti ministeriali o con i dirigenti pubblici. Per intenderci meglio, dai “comitati regionali” in su (la maggior parte di noi geometri non sa nemmeno che esistano i “comitati regionali” e nessuno sa bene cosa facciano per mancanza di divulgazione).

Potremmo capire meglio il perché di questa lettera chiarificatrice e soprattutto la pubblica presa di posizione di essere “contro” in essa contenuta, se ci rispondessero a poche domande. E’ stato organizzato, all’epoca del concepimento della Legge “Bersani”, un tavolo di concertazione?  Chi vi ha partecipato? Cosa è stato detto? Qual è stata la posizione dei geometri? Ci fate leggere il verbale della riunione con riportete le posizioni espresse?

All’epoca vi erano, più o meno, gli stessi dirigenti. Mi piacerebbe molto sapere cosa hanno “sostenuto” a nome e per conto della mia categoria. Penso sia questa la democrazia. Tu hai vinto le elezioni, puoi decidere, ma fammi sapere cosa vai a dire per mio conto. Non è un concetto difficile, penso sia giusto, mi meraviglio non sia obbligato ….e potrei dire pure di peggio.

La soluzione futura sarà qualcosa che a me non piacerà, cioè decidere di reintrodurre un concetto simile alla giusta prestazione che passi però dalle norme UNI. Vogliamo scommettere? Ovvio che sarà un processo lungo e dispendioso e senz’altro senza coperture statali a vantaggio diretto dell’iscritto, ma che invece sposterà un po’ di denaro a favore dei “baronati” e …..

A proposito, qualcuno sa se tra di noi ci sono consulenti UNI?

Andiamo alla manifestazione.

consulta regionale del settore edile e delle costruzioni

Questi i riferimenti che legittimano la consulta egionale edile. Pulula di sindacati, associazioni e confederazioni.

http://territorio.regione.emilia-romagna.it/osservatorio/consulta-regionale-del-settore-edile/istituzione-e-nomina-componenti-della-consulta-regionale-edile-2014-2017

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Testo decreto variazione componenti

Per il collegio dei geometri di bologna vi è rappresentanza con il cup e.r. nella figura del perito agrario Raffaele Zanna, che non è evidentemente un geometra, e dell’eventuale membro  supplente geom Alberto Talamo.

la regione emilia romagna tende a sottolineare che la consulta non ha oneri a carico del bilancio. suppongo voglia dire che non vengano pagati. molto bene per le casse della regione. mi chiedo come si possa esprimere un parere tecnico legale a tempo perso. forse li paghiamo noi?

la consulta trasmette, a fini conoscitivi, i pareri, le valutazione, le osservazioni e le proposte formulate al comitato regionale di coordinamento di cui all’articolo 7 del D.Lgs. 81/2008.

ma ‘sti pareri, positivi o negativi che siano, dove si possono vedere?

Concetti di trasparenza e Fondazione Geometri Italiani

E’ da un po’ di anni che, “a tempo perso”, mi occupo di comprendere il limite del concetto di “trasparenza” delle istituzioni che amministrano, e vogliono rappresentare, la mia categoria di geometra libero professionista.

Iniziai, quasi per gioco dal mio Collegio di Bologna, dalla Fondazione Geometri Emilia Romagna e, anche se ci sarebbe molto da dire, al momento l’unica aspetto che vorrei mettere in risalto è che, inutilmente, ho sperato per anni che fossero gli stessi Uffici a fare informazione in tal senso. Poi scrissi più volte al Consiglio Nazionale Geometri chiedendo visione del bilancio, non mi rispose mai nessuno. Quindi mi capitò di incontrare il Consigliere della mia regione (G.V.) e lo stimolai perché agisse per farmi avere i bilanci. Gli scrissi e lo sollecitai, ma non mi rispose mai.

Per la trasparenza del CNG, gradualmente, sono intervenute le norme. Oggi, almeno i bilanci, si trovano on-line come da imposizioni di legge. Se avessi aspettato un gesto di “trasparenza” o di “etica-deontologica” nei confronti dell’iscritto e/o della categoria da parte delle nostre istituzioni, chissà come sarebbe andato a finire. Mi limito a dire che le fondazioni della nostra categoria esistono da più di 10 anni.

Dopo anni che me ne occupo a tempo perso e che rompo le scatole ad uffici che hanno finito per odiarmi, mi concedo almeno la soddisfazione di raccontare una piccolissima parte del lavoro svolto.

Speravo che la trasparenza, al di là del rispetto o meno delle norme, fosse un qualcosa di dovuto all’iscritto che è obbligato a pagare l’iscrizione annuale per lavorare. Speravo che mi venisse aperto un faldone davanti al naso e che, ad ogni mia richiesta, mi venisse spiegato ogni movimento, fornendomi i documenti e le “pezze” giustificative. Speravo di non dover studiare i conti di 100 fondazioni, associazioni e società collegate, per arrivare a dare una giustificazione ad una spesa. Speravo di non dovermi trovare davanti ad una rete di società, fondazioni e associazioni, così sofisticata da fare invidia alle scatole cinesi delle multi nazionali. Insomma …speravo di trovarmi di fronte ad un concetto diverso di “trasparenza”. Ringrazio comunque tutti quelli che mi hanno aiutato. Ringrazio un po’ meno chi mi ha detto “ti aiuto”, ma l’ha fatto solo a metà. Spero invece di vincere la guerra nei confronti di chi ha tentato di ostacolarmi.

Dobbiamo assolutamente migliorare, quello attuale è un sistema per me ingiusto e pure un po’ fastidioso, che permette a pochi, da oltre 10 anni, di spendere denaro per cose che non sempre sono utili a tutti, senza dover, o voler, rendere conto con dovizia di particolari. 

Con quel minimo di esperienza maturata in questi anni, ho iniziato analoga ricerca di “trasparenza” con la Fondazione Geometri Italiani. Il più grande dei colossi “non visionabili” della mia categoria.

Rammento che si tratta di una fondazione creata da organi istituzionali, benché dirigenti di categoria professionale, che sono stati parificati agli enti obbligati alla pubblicazione dei bilanci ai fini delle norme sulla trasparenza. Le collegate Fondazioni, appartenenti ad una sfera a sé, hanno atteso per anni chiarimenti, proroghe e interpretazioni, rimandando il più possibile gli ormai imminenti termini di adeguamento alle norme. Ciò che segue non vuole essere un’accusa nei confronti di nessuna fondazione professionale. Sono certo e voglio sperare che abbiano rispettato le leggi. Mi preme solo mettere in evidenza quella che, personalmente, considero un’ingiustizia e un importante tema di confronto di aspetto etico-deontologico che sintetizzo di seguito.

Sono obbligato a pagare un’iscrizione al collegio per poter lavorare. Gli Uffici Direttivi, legittimamente eletti, impongono democraticamente la formazione di associazioni, società, progetti e accordi con molteplici realtà, i cui compiti vanno ben al di fuori di quanto sancito l’art. 7 del D.Lgs.Lgt. 23 novembre 1944, n. 382, utilizzando ovviamente i soldi degli iscritti, oppure mettendo a disposizione patrocinio, beni, gestioni, apparato, organizzazione. Si dice che alcuni siano servizi anche imposti da adempimenti normativi, oppure legittimi organi creati per un più adeguato trattamento fiscale. Per anni, in passato, hanno negano la visione dei bilanci delle istituzioni storiche, dicendo che non vi è obbligo normativo di doverlo fare, poi la norma è cambiata. Hanno creato Fondazioni, con probabili mansioni fiscali, e le tengono come secretate, sfruttando le caratteristiche di tutela e di riservatezza che il codice stesso gli permette, estendendo tali principi non solo al mondo esterno alla fondazione ma anche all’iscritto obbligato a sostenerla economicamente. Tutto ciò che fanno le due fondazioni che obbligatoriamente sovvenziono (io sono di Bologna), non è rigorosamente descritto, relazionato e rendicontato in maniera trasparente e pubblica. A fatica si impara qualcosa su richiesta. Tutto questo per me non è giusto al di là del fatto che sia, o non sia, illegale.

Affinché rimanga traccia di questi miei sacrifici, che faccio anche per tutti quelli che mi deridono per il tempo che perdo, riporto il seguente elenco di appunti delle attività svolte fino ad oggi, che terrò aggiornato con le prossime novità.

 

 

Cerco l’indirizzo PEC della fondazione, ma non lo trovo, né sul sito della stessa né sulle banche dati on-line. Evidentemente non è obbligata ad averlo. Scrivo una e-mail normale al loro indirizzo di posta elettronica il 03/06/2016. Mi ritorna la ricevuta di lettura il 06/06/2016 …….faccio domanda di visione del bilancio della Fondazione Geometri Italiani per verificare le importanti spese che vengono sostenute ed il relativo scopo….

Nessuno mi risponde e nessuno mi contatta ai numeri di telefono che avevo indicato.

L’11/11/2016 mando un’altra e-mail di sollecito. Anche a questa nessuno risponde e non ricevo nemmeno la ricevuta di lettura.

Certo che non arriverà nessuna risposta, mi attivo diversamente, quindi cerco l’Ente che detiene il Registro delle Persone Giuridiche. Dalle mie parti è la Regione E.R.. Nel Lazio invece, questo tipo di Fondazioni, hanno l’obbligo di deposito di bilanci presso la Prefettura di Roma, alla quale faccio domanda di accesso agli atti il 16/11/2016 con una PEC, previo contatti diretti con ufficio competente. Farò poi seguito con domanda in bollo per la richiesta di copia autentica.

La Prefettura è obbligata per legge ad informare la fondazione, alla quale invia una missiva il 18/11/2016. La invia anche a me per conoscenza.

Il 24/11/2016 ricevo finalmente e-mail di risposta dalla Fondazione con allegata lettera a firma del presidente Maurizio Savoncelli nella quale si fa riferimento alle mie due richieste “generiche”, inviate per e–mail, senza specificare nulla della missiva del 18/11 della Prefettura. Il Presidente mi invita ad un incontro con il Tesoriere e con il consulente fiscale. Avrei preferito mi avesse risposto prima della lettera della Prefettura.

A quell’appuntamento io non ci posso andare per precedenti impegni. Poi mi piace andare agli incontri importanti dopo essermi preparato, avendo potuto prima consultare il materiale. Non voglio andare a Roma a perdere tempo e denaro senza aver la possibilità di argomentare con l’interlocutore, senza avere elementi che possano dare valore aggiunto all’incontro. Se non so ancora cosa c’è nel bilancio della Fondazione come faccio a fare domande? Voglio ottimizzare al meglio il tempo – ormai incalcolabile e sempre a titolo gratuito – che dedico a cose di tutti, cercando si spendere il meno possibile. Un viaggio a Roma è meglio che due. Sperando che questa logica sia da esempio a tutti.

 

Quindi rispondo alla Fondazione il 30/11/2016 facendo presente che non mi è possibile, al momento, aderire alla loro gradita ipotesi di incontro. Puntualizzo alcuni aspetti e, soprattutto, chiedo due cose importanti. Una, un’espressa – ma probabilmente inutile – autorizzazione a divulgare i contenuti delle missive perché dovrei informare altri colleghi interessati all’argomento, l’altra, di rispondere almeno alla ricevuta di ricezione delle e-mail per avere la certezza che si sappia che non andrò all’appuntamento. Non ricevo ricevuta di ricezione, non ricevo cenno di risposta, soprattutto non ricevo l’autorizzazione alla divulgazione.

Rammento, ormai tanti anni fa, le molteplici riunioni svolte in collegio e i tanti soldi spesi, per portare avanti la “certificazione” della qualità dei servizi, poi abortita, se ricordo bene. Io sono e sarò sempre contrario, ma mi scappa da ridere ripensandoci. Basterebbe una ricevuta di ritorno!  

Lunedì 19/12/2016 attorno alle 9,30 telefono alla Fondazione Geometri Italiani per sapere se è arrivata la e-mail. Faccio almeno 5 telefonate, 20 minuti di attesa, imparo a memoria il testo dell’annuncio e la relativa musichetta, ma nessuno mi risponde al telefono.

Telefono lo stesso giorno alla Prefettura di Roma per sapere se è arrivata la risposta e/o l’eventuale dissenso alla visione dei bilanci, doveva arrivare entro 10 gg. Mi dicono che al momento non hanno risposto. Mi conviene aspettare ancora un po’ perché imparo che hanno anche inviato alcune richieste …non mi possono dire altro. Non so se è un vanto, oppure una gran tristezza, ma mi viene anche detto dal funzionario che, a memoria sua, sono l’unico geometra libero professionista italiano ad avere fatto domanda, presso la Prefettura di Roma, di visione dei bilanci della Fondazione Geometri Italiani.

Non so quanti geometri ci siano in Italia. Ho cercato di scoprirlo sul sito del CNG ma non sono riuscito a trovare il dato dichiarato, mi perdo tra le tante informazioni. Vi sono però in bilancio le entrate da parte dei Collegi Provinciali, dei quali molti morosi o ritardatari, magari anche a ragione. Dividendo questa cifra per 40 euro di contributo, mi risulta che siamo circa 108.500 iscritti.  Ho invece trovato un dato nel sito della Cassa sulla relazione della Corte dei Conti che dichiara 95.036 contribuenti. Suppongo che quel 10% di differenza siano i “solo iscritti”. Io sono stato l’unico a chiedere visione, 1 su 108.500, le stesse possibilità di vincita del super enalotto?! Avrò perso la mia possibilità di diventare ricco.

Rimandiamo il tutto a metà gennaio, in accordo con il funzionario della Prefettura, quando prenderò appuntamento di visione e, chissà(?), di copia bilanci.

Qualcuno vorrà venire con me? 

….continua….

Se sei un geometra l.p., avente diritto ad informazioni riguardante il tuo mondo e ti interessa per filo e per segno il contenuto delle missive, puoi contattami in privato per ulteriori approfondimenti.

Andrea Savini geometra ….anche referente di Geomobilitati.

Nuovo vademecum docfa oppure divulgazione-concertazione del SIT (catastale)?

Oggi 29 novembre ennesimo corso per attingere a qualche punticino ai fini “crediti formativi”. Solito centro congressi vicino al centergros – bentivoglio. Il titolo era nuovo vademecum docfa. Per la prima mezz’ora, in realtà, il dirigente del catasto ci ha parlato del SIT. Ma cos’è ‘sto sit? …poi ha annunciato una ennesima serie di piccole introduzioni al futuro nuovo docfa. Per esempio sparirà la possibilità di poter inserire la planimetria in formato raster. Verrà accettato solo il formato .dxf. Si …lo so che tutti quanti oggigiorno debbono avere il pc ….si lo so che oggigiorno tutti hanno autocad, seppur tarocco, o un simil programmino cad che esporta in tale formato (a proposito …altro fallimento della fondazione geometri emilia romagna che, in un concetto iniziale, era stata proprio concepita per gestire, tra le varie cose, eventuali gruppi di acquisto softweristici dando così la possibilità di rendere accessibili a tutti i programmi esosi). Ma cosa avranno mai questi .dxf di così affascinante? Questa cosa di accettare solo file .dxf era già stata proposta anni fa, tra i primi docfa. Poi saltò, non so se per merito nostro.

A volte mi rendo conto che possa sembrare malato perché sto sempre a pensare a congetture, però….  qualche anno fa, molti collegi italiani (non tutti), a cura e spese degli iscritti, si sono preoccupati di rasterizzare tutte le vecchie tavole in scala 1:2000, quelle prima del cessato (spero di non sbagliare). Dicevano che stavano per buttarle …poi non era vero. Roba da 20 mila euro solo per la provincia di bologna…o forse molto di più, non ricordo. I file originali delle mappe sono stati dati al catasto che, per quello che so, ne detiene giustamente i diritti. E’ stato distribuito il cofanetto con dei cd ad alcuni iscritti al collegio di bologna, come premio per la presenza ad un corso, di anni fa, sempre in ambito catastale. Non ho mai capito se in quell’occasione pagammo il corso (salato) oppure ci ripagammo il lavoro di rasterizzazione già pagato dal nostro collegio.

Non è che il catasto, o ente collegato, voglia diventare il futuro polo distributivo di informazioni geometriche-digitali a pagamento?

Tornando al vademecum, ho comunque gradito l’impegno dei dipendenti catastali e, in particolare, quello dei colleghi geometri liberi professionisti che, augurandomi possano almeno prendere un rimborso spese, si sono adoperati per collaborare alla riuscita del testo e dei contenuti. Ringrazio in particolare C.P. tra i miei primi capi, esperto topografo.

Ma …non potevamo fare un corso vademecum punto e basta? ….dobbiamo sempre dover inserire una contropartita. Io collaboro a fare questo, ma tu mi dai divulgazione al sit?! …ma tu mi inizi a fare apprezzare i .dxf? sono corsi, oppure “concertazioni”? Siamo lì per noi, o per promuovere con la nostra presenza ricattata dai crediti formativi, la divulgazione di un progetto che nemmeno sappiamo cosa sia?!

le quote associative sono illegali?

l’art. 7 del D.Lgs.Lgt. 23 novembre 1944, n. 382. “Il Consiglio provvede all’amministrazione dei beni spettanti all’ordine o collegio e propone all’approvazione dell’assemblea il conto consuntivo ed il bilancio preventivo. Il Consiglio può, entro i limiti strettamente necessari a coprire le spese dell’ordine o collegio, stabilire una tassa annuale, una tassa per l’iscrizione nel registro dei praticanti e per l’iscrizione nell’albo, nonché una tassa per il rilascio di certificati e dei pareri per la liquidazione degli onorari. Ferma rimanendo l’efficacia delle norme che impongono contributi a favore di enti previdenziali di categoria, nessun pagamento, oltre quelli previsti da questo decreto, può essere imposto o riscosso per l’esercizio della professione a carico degli iscritti nell’albo.” Tale norma è ancora vigente. aspettando la riforma imposta, e non condivisa con l’iscritto, si deve quindi prevedere che sia da rispettare. 

Gira in facebook un simpatico resoconto di alcune quote associative di collegi italiani. complimenti al geom Simone Gabbianelli per aver avuto la pazienza di farlo. spero che altri ti aiutino a completarla. si va dalle 380 di ravenna alle 130 di cosenza. Ma saranno legali? la maggior parte della quota associativa viene spesa per i dipendenti e per la sede, sempre più ampia per accogliere il malefico sistema d’istruzione. si dice siano servizi. a prescindere che i servizi non sono previsti nella norma, quindi sono illegali, non sono nemmeno proporzionati al reddito dell’iscritto, come invece i principi normativi italiani imporrebbero. poi ci sono problemi con gli incassi, non tanto a bologna, ma altrove pare sia un problema serio. i consigli di disciplina?

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10211601143090916&set=gm.1020685554707480&type=3&pnref=story

 

Comitato consultivo delle Professioni

E’ stato istituito per legge un altro comitato che ci rappresenta. Pare sia per il nostro interesse. Non sempre però riesco ad informarmi su ciò che quelli già esistenti hanno fatto per me in questi anni. Sarò disinformato! …però il POS è obbligatorio. Al tavolo si siederanno per noi il CUP e Confprofessioni. Il CUP ER so cos’è. Personalmeente non ho mai scelto di farne parte. Pare abbia “mandato” diretto dal consiglio del mio Collegio. Non ho mai avuto, nelle-dalle sedi istituzionali, rapporti in merito alle trattative svolte con gli enti nei miei interessi. Non conosco i risultati ottenuti né le iniziative proposte. Il CUP ER si era seduto al tavolo della “linea vita”, ma le strampalerie sulle prime proposte di legge sono state opposte da un pugno di architetti capitanate da un bravuomo, tal Arch. Pantaleoni. Noi geometri di Bologna non abbiamo mai saputo niente e nessuno ha chiesto il nostro parere. Magari qualcuno ne ha parlato a qualche commissione?! …non so. Confprofessioni imparo ora cosa sia, perchè sono andato a cercarla in rete. Nemmeno a Confprofessioni sono iscritto personaelmente.

Ho cercato informazioni sul sito di Confprofessioni e le ho anche scritto, per comprendere se qualche organo di mia rappresentanza (Consiglio, Collegio o Fondazione) aderisse a questo sindacato. Sul sito non ho trovato riferimenti specifici. Ho trovato però la seguente frase che metto in risalto: “Oggi Confprofessioni raggruppa un sistema produttivo composto da oltre 1 milione e mezzo di liberi professionisti per un comparto di 4 milioni di operatori che formano il 12,5 % del Pil nazionale.”

Alla e-mail mi hanno risposto, e li ringrazio, dicendomi solo che: “…..per far parte della Confederazione è sufficiente essere iscritto ad una delle nostre Associazioni aderenti. Per quanto riguarda la Sua categoria, la invito a visitare il nostro sito al seguente link: http://www.confprofessioni.eu/sistema/associazioni/antec Per le modalità di iscrizione, La preghiamo di contattare direttamente l’Associazione. ” Non hanno dichiarato nulla in merito ai contatti con i miei organi rappresentanti.

Quindi ho scritto ad Antec, ponendo lo stesso quesito. Alla e-mail non hanno mai risposto. Ho quindi cercato un telefono sul sito di Antec, dove compare solo un numero di cellulare e i riferimenti richiamano lo stesso indirizzo della sede nord ovest di Confprofessionisti. Mi ha risposto il segretario, che è stato molto cortese. Mi ha detto che ad Antec ci si iscrive solo su base volontaria personale e che non vi sono rapporti di scambio economici con nessun ente di mia rappresentanza. Vi sono solo scambi di informazioni in materia di interesse comune e solo con alcuni organi. Non vi sono più riferimenti a Bologna e i rapporti prima erano tenuti soprattutto con i periti. Ha detto che Antec conta al momento circa 500/600 iscritti su base nazionale.

Faccio un calcolo= 1.500.000 liberi professionisto in Confprofessioni, di cui rappresentati da Antec (comparto edilizia territorio) 600 stando larghi, ne deduco che gli altri 1.499.400 facciano parte degli altri comparti. Secondo me c’è qualcosa che non torna.

Quindi ….qual è la forza rappresentativa di questi enti? non lo so. Io non sono iscritto. Sul sito di Confprofessioni, tra i partners, Unicredit, Italpres, Artel.

Tra gli interlocutori, quella che mi incuriosisce di più è Adapt, associazione fondata da Marco Biagi.

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e questi sono i membri nominati

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Aspetta un po’…..non è che servisse gente per ingrassare Horizon 2020?! ….mentre il POS continua ad essere obbligatorio.

Allontanato lo spettro di Fondo Atlante 2 – pro Monte dei Paschi …per il momento

questo l’avviso nelle news del sito della CIPAG.

screenshot-www geometrinrete it 2016-08-22 19-41-09

attento bene a quel che c’è scritto. quindi non è stata una scelta del nostro CDA, ma un adattamento alle scelte del AdEPP? comunque sia meno male !!! … pare che l’acquisto dei crediti deteriorati del Monte dei Paschi sia saltato. PER IL MOMENTO …e speriamo per sempre.

Ho chiesto delucidazioni ad uno dei miei delegati cassa. Pare che loro non siano stati interpellati nel progetto Fondo Atlante 2 …..che poi …secondo me, che il nostro CDA, benchè composto senz’altro da illuminati, possa prendere da solo tale decisioni senza chiedere il parere dei delegati non mi sembra molto giusto.

allego il comunicato AdEPP che ha portato alla coerenza del nostro CDA:

Nota Adepp ai Presidenti-1_agosto_2016

In un recente scambio di idee con un consigliere del mio collegio ho appreso che anche il consiglio si è occupato della cosa. non so bene in che termini e con quali idee, però pare se ne sia parlato. sul sito del collegio dei geometri di bologna al momento non trovo niente. mi piacerebbe sapere anche il loro parere. speriamo se ne parlino durante la prossima assemblea.